domenica 9 novembre 2008

Diritto di critica

Mumble mumble...questo argomento mi frulla da un po' nel capino, e spiego perchè, attendendo fiduciosa qualche altro parere che contribuisca alla discussione.
Internet ha indubbiamente donato una grande libertà, permettendo di esprimere molto più facilmente il gradimento nei confronti di qualsiasi elemento, si tratti di un avvenimento, una scoperta oppure, visto che qui si parla di teatro, cinema e televisione, nei confronti ad es. di un film o di uno spettacolo teatrale. Ma c'è il rovescio della medaglia: tantissimi coperti dall'anonimato reputano proprio diritto non solo dare giudizi senza appello e senza motivazione, ma arrivano anche a critiche formulate in modo piuttosto violento ed a volte offensivo.
Io mi sono trovata a discutere con questi soggetti, i quali mi hanno sempre risposto che la liberà di parola è sacra, e limitarla equivale ad essere dittatori.
Ora,ma il dubbio che mi frulla in testa è questo, fermo restando che un prodotto può piacere o meno.

Perchè dire : quell'attore recita come un cane, la fiction fa ca....re, il personaggio dovrebbero farlo fuori, anzichè affermare che non piace perchè alcuni o tutti gli aspetti non convincono?
Sono arretrata io, chiedo l'impossibile?
E come diceva Christian de Sica in un famoso spot...aiutatemi!
Gugly

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che il diritto di critica non dovrebbe oltrepassare il margine della buona educazione; che la buona educazione, per quanto sia, per molti aspetti, assimilabile all'ipocrisia, per quanto rappresenti più una forma che una sostanza, in epoche carenti di sostanza sia indispensabile al mantenimento di rapporti civili; che i termini citati possano essere utilizzati in discussioni colloquiali ma solo quando si è realizzata una certa confidenza tra gli interlocutori; e chi esprime le proprie idee con una simile leggiadria dimostra di non essere in grado di argomentare; e che chiunque non si assuma la responsabilità di ciò che dice sia un vigliacco senza possibilità di redenzione.
Purtroppo temo che la società non premi nè la buona educazione, nè l'intelligenza, nè la cultura, nè il coraggio: ricordo con orrore una prima serata di Bruno Vespa (sul quale potrei esprimermi con un perentorio "bleah!", ma del quale, per coerenza, dirò soltanto che lo considero un essere viscido e opportunista sempre pronto a cambiare bandiera ed a buttarsi a capofitto nelle storie più macabre e morbose) dedicata all'"Orgoglio coatto". Io sarò pure borghese nell'intimo, ma non vedo cosa ci sia da essere orgogliosi.

gugly ha detto...

carissima webma' concordo in tutto! Però sembra che la buona educazione da un po' di tempo in qua passi per dittatura....

Avvottore ha detto...

Personalmente, ho l'impressione che il diritto di critica e il suo gemello, il diritto di satira, dovrebbero comunque cedere di fronte al rispetto dell'altro. Peraltro, il rispetto rappresenta la componente più importante proprio della buona educazione, quindi si torna sempre lì.
Forse la buona educazione è diventata elitaria, sicuramente non è più di moda e pochissimi tentano di porre rimedio. Ricordo di aver visto una trasmissione, tempo fa, condotta da Gad Lerner (era su La7, credo) (per webmà: io non seguo Bruno Vespa, non ne ho la resistenza), che si occupava di Togliatti e si avvaleva della testimonianza di alcuni comunisti "duri e puri", piuttosto avanti negli anni. Premesso che le idee politiche sono personali, io sono rimasto colpito in positivo dalla dignità e dal contegno di quelle persone, in contrasto stridentissimo (perdonate il neologismo) con l'atteggiamento del conduttore e di molti altri in studio, che non saprei definire senza cadere nel turpiloquio. Si vedeva lontano un chilometro che quegli anziani erano non di un'altra generazione, ma di un altro pianeta: le loro idee, ripeto, possono essere condivise oppure no, ma di certo con loro io avrei la certezza di poter intavolare una discussione critica, ma civile e costruttiva.
D'altra parte, guardiamo che spettacolo ci offrono politica e mass media ... Temo che la dittatura ci sia già, Gugly, il problema è che comandano maleducazione e disprezzo.
E' bello trovare luoghi come questo dove ancora si può leggere e parlare da persone normali.

gugly ha detto...

caro avvottore ;), la tua analisi non fa una piega...ma allora le buone maniere ed i modicivili sono solo un retaggio arcaico dei bei tempi in cui c'era Lui? Ecco a quali conclusioni ci tocca giungere, hai capito?!

Avvottore ha detto...

Beh, Gugly, dipende ... Personalmente non credo che per "buone maniere" si possa intendere qualcosa tipo manganellare / spedire al confino / eliminare chi non la pensa come te... . Quindi, quando c'era un qualsiasi "Lui" di turno, più che buona educazione c'era terrore ... Comunque, concordo in pieno sul pericolo gravissimo che tu poni in evidenza: rimpiangere una età dell'oro che non è mai esistita. Purtroppo, le epoche (più o meno) passate non avevano solo buone maniere, piuttosto si sbagliava anche allora, ma nel senso opposto rispetto al presente: non sono certo favorevole al ritorno della frusta nelle scuole elementari (che in passato, invece, era del tutto normale).
Che dire ... ogni tempo ha le sue magagne, a noi tocca questa. Confido che si possa superare dando, per quanto possibile, il buon esempio. E, soprattutto, senza nessun bisogno che un qualche "Lui / Lei" (par condicio :p) si incensi di sacre missioni educatrici: abbiamo già dato!